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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254915
Saltini, Guglielmo Enrico 22 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

sotto la reggenza borbonica, ingegnere nell’ufficio de’ Ponti e Strade sotto il governo francese, e primo architetto delle Reali Fabbriche dopo la

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1791, m. 27 marzo 1859) fu anch’esso valentissimo architetto e ingegnere. Costretto il padre suo dalle politiche vicende de’ tempi a lasciare la patria

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Regio Archivio Centrale di Stato; e Volterra alcune assai buone case. — Emilio De Fabris, pure fiorentino (n. 28 ottobre 1808) è degno di onorata

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quella stessa della Fede, per la chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, reputata il suo capolavoro, tu vedi trionfare principalmente le difficoltà

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altre molte per brevità, l’urna di Virginia De Blasis (1839) nel chiostro di Santa Croce in Firenze, ove la celebre cantatrice è rappresentata in atto di

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a Livorno, quelli magnificamente scolpiti in macigno alla nuova scala del Poccianti nella reggia de’ Pitti, il cammino di stile del cinquecento per la

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Cellini, poi la testa del David di Michelangelo, e in fine le statue del Duprè, Abele e Caino, per la reggia de’ Pitti. Tutti questi getti sono di una

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Maddalena de’ Pazzi a Firenze, e la tavola per l’aitar maggiore della chiesa del Pellegrino fuori la porta a San Gallo. Passato poi a Londra, molto fu

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, che serviva alle funzioni dottorali, e quella destinata alla musica nel palazzo de’ Pitti, furono pitturate da lui; ma l’opera che valse a dargli

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novembre 1812), compie la triade de’ buoni pittori lucchesi del secolo XVIII. Fatti anch’esso in Roma gli studj, vi ebbe fiorita scuola fino al 1802, nel

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primi, come mostrano le sue pitture della sala di Giove nella galleria de’ Pitti. Questi fu pure maestro assai reputato nella nostra Accademia.

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pregi di disegno; l’amplia tela per la galleria fiorentina de’ principi Corsini, esprimente Priamo trascinato a morte da Pirro, quadro di assai bella

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al maestro. Fece anche per la chiesa di San Remigio, l'Arcivescovo di Rems che dà il battesimo a Clodoveo re de’ Galli, pittura di grandi dimensioni

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; l’adorazione de’ Magi, quadro per la chiesa di Santa Felicita; le diverse storie, cavate dal romanzo i Promessi Sposi, che dipinse sulle pareti di

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quelli de’ suoi coetanei. Nel 1800 ottenne il premio di pittura pel concorso del quadro a olio nell’accademia di Belle Arti di Firenze, col soggetto

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istorie artistiche non ignorano affatto, ebbe più vera e propria vita ai tempi del granduca Cosimo I de’ Medici, che con forte dispendio fondò un ricco

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Ma se i sovrani della famigia de’ Medici ebbero tutti a cuore quest’arte, ci piace tuttavia confessare, che pei Lorenesi fece nuovi e importanti

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artista, abile assai nel lavorare alla maniera del lapis e della matita, è la morte di Piramo e Tisbe da Guido o meglio da Lorenzo De-la-Hire

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Cesari, su disegni cavati dai busti della regia Galleria, e dopo alcuni ritratti di Auguste donne de’ suoi tempi, ebbe presto reputazione nell’arte, e

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che la raccolta de’ suoi intagli ascende a poco meno di trecento. Onori e ricompense non gli mancarono, ma noi ci passeremo degli uni e delle altre

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biblioteca dell’Accademia fiorentina di belle arti. — Anche Massimiliano Leonardo De Vegni di Chianciano, terra su quel di Siena (n. 1731, m. 1801), fu

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galleria de’ Pitti. Scopertosi poi in questa città, nel già refettorio di Sant’Onofrio delle monache di Foligno, un mirabile dipinto, che parve ad alcuni

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